La giunta regionale toscana ha deciso il divieto di caccia fino al 31 gennaio 2019, ovvero la fine della stagione venatoria, sia sui quasi 1400 ettari bruciati dall’incendio che ha coinvolto i Monti Pisani ma anche sui mille ettari vicini, risparmiati dal fuoco. Lì dove probabilmente, tra gli alberi e i cespugli del sottobosco, avranno cercato e trovato riparo gli animali sfuggiti al rogo. «Ci sembrava doveroso salvaguardare la fauna e ci siamo assunti questa responsabilità» ha commentato il presidente della Toscana, Enrico Rossi.
Una sola deroga è stata prevista: la possibilità di continuare a cacciare gli ungulati, che in questa zona di Toscana significa per lo più cinghiali. Non nei boschi bruciati chiaramente, ma in quelli della fascia protetta.
«La legge regionale – ha ricordato l’assessore regionale all’Agricoltura e alle Foreste della Toscana, Marco Remaschi – già prevede il divieto di caccia, per cinque anni, nelle aree percorse del fuoco. L’incendio in questo caso è stato così grosso che ci siamo posti il problema dell’esigenza di un’ulteriore salvaguardia per l’area contigua». La delibera è già in vigore e nell’area dove è vietato cacciare saranno probabilmente affissi cartelli, in modo che l’informazione sia chiara.
In particolare, spiega una nota della Cct (Confederazione Cacciatori Toscani), sono preclusi alla caccia circa 2.200 ettari complessivi, inclusi i 1.400 ettari di area percorsa dal fuoco; pertanto sarà istituita una fascia di protezione di circa 800 ettari che interesserà i comuni di Calci, Vicopisano e Buti. La zona di salvaguardia interesserà anche una piccola parte del comune di Vecchiano, dove sono andati a fuoco circa 38 ettari di territorio.