«Serve una nuova alleanza fra cacciatori e agricoltori, dobbiamo salvare il nostro ecosistema dalla crescita indiscriminata degli ungulati». Ad affermarlo è il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri, in occasione dell’avvio della 29° edizione del Game Fair Italia, prevista nell’area fieristica del Madonnino a Grosseto dal 6 all’8 settembre. Re della Manifestazione quest’anno sarà il tiro sportivo, disciplina in cui l’Italia è leader mondiale. Saranno adibite 11 linee di tiro, tiro al piattello, cinghiale corrente, tiro con la carabina, caratterizzano i più importanti campi di tiro a volo provvisori in Italia. Una linea dedicata al Neo FITAV, una iniziativa della federazione per i neofiti che si avvicinano alla disciplina del tiro a volo. Molte anche le discipline rappresentata nel tiro “no fire”, quali tiro con arco, lancio di coltelli e asce, soft air, tiro fionda, aria compressa, laser shot.
«È indispensabile – spiega Neri – la collaborazione tra associazioni agricole e associazioni venatorie per gestire al meglio un territorio che, anche quest’anno è stato posto sotto una pressione insopportabile da parte degli ungulati con gravi ripercussioni ambientali e economiche. Una nuova alleanza al fine di rimediare alla riduzione della caccia di selezione, attività innovativa attivata con la legge obiettivo che non sta dando i risultati attesi, e alle recenti disposizioni normative da parte dell’ISPRA che hanno bloccato la battuta in varie zone. Misure che di fatto hanno aumentato i problemi a tutti i coltivatori. È bene che si faccia chiarezza una volta per tutte – prosegue Neri -. Uno dei principi cardine per l’agricoltura e per il mondo venatorio è quello secondo cui nelle zone su cui l’Ispra non permette la caccia, non deve esserci la presenza di cinghiali».
Una alleanza che deve andare a vantaggio anche del turismo evitando i conflitti e puntando invece alla valorizzazione della Toscana.
«In questa logica collaborativa – conclude Neri – acquistano un ruolo significativo gli istituti privati come le aziende faunistiche venatorie (AFV) e le aziende agrituristiche venatorie (AAV), che potrebbero davvero far nascere in Maremma, in particolare, e in Toscana, in generale, un turismo venatorio e tutta una serie di attività funzionali ai nostri due mondi».