L’impatto positivo dell’attività dei cacciatori a favore della tortora, attraverso la gestione e il miglioramento degli habitat, con l’autofinanziamento. A parlarne è Face (Federazione europea delle associazioni per la caccia e la conservazione) in un comunicato con cui rende noto il risultato di uno studio europeo che dimostra risultati ottenuti dai cacciatori a favore della specie.
In pratica, secondo la ricerca, i cacciatori attuano diversi interventi degli habitat che hanno un impatto positivo sulla conservazione e sul recupero della tortora. A condurre lo studio, finanziato dalla Commissione europea, insieme alla Fundación Artemisan, anche Instituto de Investigación en Recursos Cinegéticos (IREC, Spagna), Office Française de la Biodiversité (Francia), Universidade de Lisboa (Portogallo), Fédération Départementale des Chasseurs du Doubs (Francia) e il Centre de Ciència i Tecnologia Forestal de Catalunya (Spagna).
La ricerca si è basata su un sondaggio condotto nei tre principali Paesi della flyway occidentale: Portogallo, Spagna e Francia. L’indagine mirava a descrivere e quantificare le misure adottate sui terreni di caccia che favoriscono la tortora, oltre a individuare dove sia una specie campione per la gestione, identificare motivazioni e ostacoli nell’attuazione delle misure relative alla sua gestione.
Gli autori hanno ricevuto 931 risposte all’indagine, che rappresentano il 7% dell’area regolamentata dalla caccia in Portogallo, il 2,3% in Spagna e il 56,5% in Francia. Benché in questi Paesi la caccia a questa specie sia sospesa, metà delle zone esaminate hanno indicato la tortora come specie campione per la gestione della selvaggina. In particolare, il 98% degli intervistati provenienti da Portogallo e Spagna ha fornito acqua durante l’estate e l’84% del totale dei terreni di caccia ha fornito cibo. Inoltre, il 50% ha gestito terreni boschivi e il 47% ha implementato misure di gestione agricola fondamentali per la tortora. Il 58% degli intervistati ha poi affermato che potrebbero essere implementate ulteriori misure di gestione incentrate sulla tortora: i principali ostacoli che ne impediscono l’attuazione sono stati il finanziamento.
In particolare, l’articolo evidenzia che una percentuale significativa dei terreni di caccia adotta misure di gestione che possono favorire la tortora durante la stagione riproduttiva in Europa. Ad esempio, la gestione di specie di selvaggina di piccola taglia, come la fornitura di habitat per l’alimentazione e la nidificazione (gestione degli arbusti e delle foreste) o l’integrazione di cereali e acqua per le pernici, le pratiche di gestione mirate a conigli, lepri o fagiani selvatici che spesso includono l’attuazione di colture di copertura, margini dei campi e gestione delle siepi. La gestione della selvaggina di grossa taglia in Spagna (per esempio cervo e capriolo) comprende il lavoro di sistemazione di foreste e colture che contribuisce a migliorare la disponibilità a favore della tortora di semi selvatici.
Emerge, dunque, che i cacciatori sono fondamentali attori per il raggiungimento degli obiettivi di biodiversità e conservazione della UE, compreso il recupero della tortora.