Il promontorio di Piombino in questi giorni è al centro di una campagna anticaccia. Tutto è partito da una petizione online indirizzata direttamente al presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, promossa dal mondo animalista. La campagna si prefigge la chiusura della caccia sull’intero promontorio.
«Una campagna costruita su una serie di affermazioni che non trovano riscontro nella realtà; rischi per le persone, inquinamento ambientale, disturbo e impedimento delle attività all’aria aperta sono solo alcune delle accuse su cui si basa questa petizione – spiega la Confederazione Cacciatori Toscani in una nota -. Da subito, le associazioni venatorie piombinesi hanno esternato la propria indignata replica minacciando anche azioni legali, nei confronti di coloro che armati di livore anticaccia, fomentano e disorientano l’opinione pubblica con falsità, avendo come unico scopo quello di impedire una legittima attività, svolta nel rispetto delle regole e della legge. In realtà le cose non stanno come si sta tentando di far credere ai cittadini; nella nota diramata, le associazioni venatorie ricordano come il territorio del promontorio pari a circa 1000 ettari sia in larga parte (614 ettari) di proprietà privata. Da anni – prosegue la nota della Cct – anche con il contributo delle istituzioni locali, si è raggiunto una intesa per la fruizione di questo importante polmone ambientale, non solo da parte dei cacciatori ma per tutti i cittadini. Varie attività si svolgono oggi liberamente; trekking, mountain bike, raccolta funghi, pesca dilettantistica, escursionismo etc. Grazie alla caccia ed ai cacciatori vengono inoltre garantite le azioni di controllo antincendio e la manutenzione di larga parte della sentieristica facendo della caccia e dell’attività venatoria un forte elemento di garanzia per la fruizione e la salvaguardia di un bene “per tutti”. La Confederazione Cacciatori Toscani sosterrà questa battaglia con ogni sforzo per difendere i diritti dei cacciatori e di tutti i cittadini. Oltre al sostegno per ogni eventuale iniziativa legale, la CCT si farà promotrice di un incontro con l’assessore Remaschi e con i consiglieri regionali eletti sul territorio al fine di poter rappresentare i rischi e le conseguenze di una campagna anti caccia che fa male all’ambiente ed ai diritti dei cittadini».